Il Corriere della Sera
Guelfo Civinini
Pericolosa avventura di un dirigibile
Una ’panne’ in mezzo al deserto
Lunedì, 17 giugno 1912 Anno 37- Num. 167, pp 1
L’articolo, datato Tripoli 16 giugno, e posto in prima pagina in posizione di spalla occupa due colonne per fornire ai lettori il resoconto di una avventura emozionante, poi felicemente conclusasi, occorsa al dirigibile P2, "bella novella prova del magnifico sangue freddo del valoroso equipaggio e della perfetta padronanza e sicurezza di manovra dell’aeronave nei momenti più difficili". Civinini, sempre di stanza a Tripoli dove, da Zanzur in poi, non sta succedendo più niente di importante, ritorva la sua passione per i dirigibili e racconta di come il P2, dopo aver lanciato delle bombe contro dei nemici sulla strada verso Fonduk-Maguz, sia andato in panne per l’avaria di un motore, abbia cominciato a perdere quota sotto gli occhi dello stesso giornalista, ma sia riuscito comunque a tornare all’hangar. Civinini assume immediatamente il ruolo del narratore/testimone ( "Ero uscito da Tripoli di buon mattino e con un collega battevo, oltre Gargaresch, la via di Zanzur") e costruisce la scena a contrasto: prima solo calma, dentro e fuori l’oasi poi il fortunato imprevisto su cui costruire il pezzo. "La mattinata era fresca e serena, tutta animata di una gaiezza tranquilla. Dopo il fiero, fragoroso tumulto della recente giornata di battaglia, quell’ampio tratto di costa sembrava sentire come un bisogno di riposo e di silenzio e si adagiava molle e sorridente fra le trine bianche che il mare gettava sulla spiaggia e il moire dorato delle dune e il ricamo verde dei palmeti sul taffettà lilla cielo". Ed ecco che arriva la ’panne’: Civinini e i compagni di escursione seguono con il binocolo il P2 che "era a sette o ottocento metri di altezza. All’improvviso lo abbiamo veduto arrestarsi di botto, oscillare, calare rapidamente in obliquo.[…] Cadeva! Cadeva! Lo vedevamo continuare a venir giù diagonalmente senza potersi rialzare". Per fortuna, a differenza dell’ "aquilone" del Pascoli qui evidentemente presente in filigrana, il dirigibile ferma la sua discesa e comincia a " muoversi verso Gargaresch ma lentissimamente, come ferito". Così, circondato da ascari in festa, "il valoroso P2 rientrava sano e salvo nella sua vasta casa dondolando tutto sul suo grande ventre giallo coll’aria bonacciona di un buon bestione che s’è divertito una volta tanto a fare un capriccio e ne è soddisfatto".
Per inciso si ricorda che nel "Corriere della sera" del giorno successivo, 18 giugno, nella terza pagina sarebbe comparso un articolo del senatore D. Odorico Odorico, "Date ali all’Italia", dove, esprimendosi a favore della sottoscrizione per la flotta aerea nazionale ( sostenuta, ricordiamo, fra gli altri, da Matilde Serao con la sua conferenza portata in giro per mezza Italia), il senatore sottolineava l’importanza delle "macchine aeree" in guerra, si compiaceva dei risultati ottenuti in Libia, ma sottolineava anche la necessità per l’Italia di attrezzarsi meglio per una vera "guerra aerea", contro avversari di nazioni progredite, dotati anch’essi di aviazione.